Sorico e Gera Lario

Iniziamo a scoprire Chiavenna con le spettacolari cascate dell'Acqua Fraggia, situate poco a nord dell'abitato, presso il paese di Borgonuovo. Il torrente che le origina è detto "aqua fracta", cioè torrente interrotto da cascate. Furono visitate anche da Leonardo da Vinci e citate nel Codice Atlantico: “Su per detto fiume [la Mera]
si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere...”

Storia e natura si intrecciano nel giardino botanico del Paradiso, che si erge su due piccoli colli a ridosso di Chiavenna. I colli sono separati da una spaccatura rivestita di pietra ollare, usata dagli antichi romani come cava di pietra. Nel Medioevo, le colline furono trasformate in torri di avvistamento e avamposto militare. Un ponte sospeso unisce i due colli e consente il faticoso percorso del giardino.

Nel clima mite di Chiavenna crescono piante esotiche che contrastano col paesaggio alpino.
Foto a destra: la cittadina vista verso meridione. Conta solo 7.500 abitanti
ma il suo patrimonio storico è incredibilmente ricco.

Palazzo Balbiani risale al XV secolo. Fu la dimora dei conti Balbiani, che reggevano il territorio chiavennasco (Contado) per conto dei Visconti e degli Sforza. Smantellato dai Grigioni nel '500, passò poi alla famiglia grigionese dei Salis, che ne iniziò il parziale restauro.

Vicino a Palazzo Balbiani, in vista del giardino del Paradiso e incorniciata dalle Alpi, si apre la Cattedrale di S.Lorenzo, patrono cittadino. Un'ottima atmosfera per ambientarvi la musica del Parsifal. L'imponente chiostro risale al XVII secolo, mentre la collegiata - fondata nel 400 d.C. - divenne basilica nel 1098. Occorre ricordare che Chiavenna, in epoca romana, fece parte del territorio di Como, prima di passare sotto Milano nel tardo Medioevo. Ancora oggi la Valchiavenna e la Valtellina (Sondrio) ricadono nella diocesi comasca.

Annessi al chiostro si trovano due siti di grande importanza: il battistero con l'antica Fonte Battesimale in pietra ollare, risalente al 1156 (foto a sinistra), e il Museo del Tesoro (a destra), che custodisce dipinti, statue,
tessuti, abiti talari, oggetti preziosi e un capolavoro assoluto: la “Pace”.

La “Pace” di Chiavenna: uno dei massimi reperti al mondo di oreficeria medievale. Non ci sono parole per descrivere questo capolavoro dorato, ricamato in filigrana d'oro e tempestato di gemme. Nessuno sa chi lo creò, nessuno sa perché si trova qui, nella pace solitaria delle Alpi. L'esame al Carbonio-14 la fa risalire al XI secolo. Probabilmente serviva come copertura di un evangeliario. Forse il suo nome deriva dalla scritta "Pax Vitae" incisa sulla superficie. Non è escluso che fosse un dono del Barbarossa alla città di Chiavenna, che come Como era alleata del Sacro Romano Impero germanico contro la Lega Lombarda. A destra: alcuni calici d'oro.

Le ombre della sera scendono su Chiavenna. Il punto più bello del centro storico si trova al ponte sul Mera.

La statua di S.Giovanni di Musumenico illumina il Mera.

Via Dolzino, la strada principale.

L'antico borgo di Piuro. A destra: il bus per St.Moritz parte da Chiavenna e da Colico.

Ed ecco Palazzo Vertemate Franchi, altro gioiello chiavennasco. Si tratta di una delle più prestigiose dimore lombarde, ubicata a mezza strada tra Chiavenna e le cascate dell'Acqua Fraggia.
La famiglia Vertemate, di origine milanese, estese la sua influenza in Brianza (Vertemate con Minoprio) all'epoca del Barbarossa. Avvicinatasi ai nobili comensi Rusconi, che inviarono Ruggero Vertemate a Piuro (Valchiavenna) in qualità di podestà, i Vertemate commerciavano in seta e seppero avvalersi della posizione strategica di Chiavenna quale “chiave delle Alpi”. È difficile districare le ramificazioni delle famiglie nobili che, come una fitta ragnatela, hanno imparentato le regioni a nord e a sud delle Alpi, basta pensare che un ramo della famiglia Vertemate originò a Basilea la casata dei Werthemann, la famiglia Torriani-Della Torre originò i Thurm und Taxis tedeschi, ecc. Foto a destra: il mirabile soffitto a cassettoni di una sala, profondo quasi un metro. Questo soffitto ha un gemello che si trova presso il Teatro Sociale di Como.

In questo palazzo cinquecentesco furono ospiti tra gli altri Ludovico il Bavaro, il poeta Carducci e tutti i vescovi della diocesi. Era atteso anche Napoleone, che all'ultimo momento rinunciò alla visita.
A destra: una stufa originaria di Norimberga.

Sulle pareti si notano tre particolari curiosi, che suscitano una forte impressione circa l'evoluzione della storia nel tempo. A sinistra: la chiocciola oggi usata nelle e-mail era già in uso nella grafia medievale dei mercanti italiani. Al centro: un'incisione del '500 preannuncia evidentemente l'arte cubista. A destra: il regista del film
La storia infinita ha forse visitato questo palazzo?...

Sorico e Gera Lario